sabato 17 ottobre 2009

L'ultima carica

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Ricorre oggi il 66° anniversario di quella che veramente fu l'ultima carica della cavalleria italiana.

Il 17 ottobre del 1942 il 14° Rgt. Cavalleggeri di Alessandria si trovava in Jugoslavia, nella zona di Perjasica, per contrastare le consistenti formazioni partigiane attive nell’area. Alessandria era supportato nell’azione da una sezione di artiglieria del I/23° artiglieria "Re" e da 8 carri leggeri appartenenti al 3° Squadrone "San Giusto".

Nel corso dell’operazione la colonna italiana venne fatta segno fin dal mattino di ripetuti attacchi con armi leggere da parte di forze partigiane finchè il comandante, Col. Mario Aimone Cat, valutata la situazione e l’approssimarsi del buio, decise di attestarsi a difesa su alcune modeste alture per conseguire un vantaggio tattico e costringere il nemico a scoprirsi.

Purtroppo dal comando giunse l'ordine di rientrare. Inutilmente Il Col. Aimone Cat fece notare che la situazione sul campo era mutata ed il muoversi avrebbe esposto la colonna al fuoco del nemico che aveva ben preparato le sue mosse e nel frattempo si era appostato in forze lungo la strada che il reparto avrebbe dovuto percorrere. L'ordine venne confermato ed Alessandria si mise in marcia.

La colonna si divenne così bersaglio del fuoco proveniente dalla postazioni partigiane, disposte a formare delle successive linee di sbarramento. Per superarle gli squadroni di Alessandria dovettero eseguire ripetute cariche, nel corso delle quali venne “smarrito” lo stendardo, fortunosamente recuperato il giorno dopo tra i rami di un albero.

La carica di Poloj fu una azione di grande valore, eseguita in maniera esemplare, con diversi atti di eroismo individuali, ma non scaturita dalla autonoma decisione del suo comandante quanto imposta dall’alto, per eseguire un ordine. Alessandria rientrò come gli era stato ordinato ma pagando un alto prezzo in vite umane: 70 morti e 61 feriti, in maggioranza del 4° Squadrone. Potevano (forse) essere evitate o ridotte se il combattimento fosse stato condotto liberamente dal comandante sul campo.

Difatti su questa carica venne quasi immediatamente steso un velo di imbarazzante silenzio. Divulgare completamente le circostanze in cui avvenne avrebbe messo in luce le manchevolezze dei comandi e la leggerezza con cui venivano impartiti gli ordini. Anche per questo si parlò e scrisse molto sulla carica di Savoia ad Isbuscenskij, molto, molto meno della carica di Poloj.

Quindi trovo ancor più giusto ricordare chi lasciò la vita in una sconosciuta località jugoslava rischiando anche l'oblio.

1 commento:

  1. Vedo che per ora i commenti non pullulano! E' con grande gioia che lascio il primo, sicuro che ne seguiranno, di quì a breve, parecchi altri.
    Ti ringrazio di cuore per la tua disponibilità e per l'amicizia che costantemente mi dimostri. E' un grande onore averti potuto conoscere tanti anni fà, e ringrazierò sempre la nostra comune passione per aver permesso questo. Un grande in bocca al lupo per questa tua nuova tecnologica avventura. Luca

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