martedì 13 ottobre 2009

George Bernard Show


George Bernard Shaw sul Manchester Guardian del 13 ottobre 1927.

"QUEL MUSSOLINI, CHE GRAND' UOMO DI GOVERNO! "

Fino a quando Mussolini potrà dire: "Qui sono e qui resto"; e il popolo dirà: "Così sia, viva il Duce!", noi dobbiamo accettare la situazione. E faremmo bene ad accettarla di buona grazia" La chiara, consapevole e franca sicurezza con cui il signor Mussolini si presenta fa senza dubbio un divertente contrasto con le illusioni e con la umiltà da burla con cui noi lo rimproveriamo perché fa in Italia quel che noi non abbiamo mai esitato a fare in Inghilterra e in Irlanda di fronte a provocazioni assai minori di quelle che egli ha dovuto affrontare. Si crederebbe che i nostri ministeri di oligarchi non abbiano mai sospeso l' Habeas Corpus, o soppresso un giornale, o perseguitato un oppositore. All' oligarca britannico, a quel che pare, è lecito rubare un cavallo, mentre al dittatore italiano non è lecito stare a guardia della propria siepe. Eppure la sola differenza visibile fra l' oligarchia britannica e il dittatore italiano è che quella dà un calcio ai diritti costituzionali per assicurare il predominio della propria classe, mentre questo lo fa per ottenere che i pubblici servizi siano condotti con diligenza per il bene del pubblico. Tutte le persone, con le quali discussi su di lui in Italia l' anno scorso, ammisero questo fatto, e lo addussero come la ragione per cui davano a Mussolini il loro appoggio, nonostante che egli non rispettasse gli articoli della nostra Dichiarazione dei Diritti. Essi non sentono alcun affetto speciale per Mussolini ma sono contenti che i treni arrivino in orario e gli impiegati pubblici abbiano da lavorare se vogliono guadagnarsi la paga. Se questo non fosse, perché gli italiani tollererebbero il Duce? Le sue Camicie Nere non potrebbero resistere alla ostilità del paese più che alla polizia di Londra. In verità evidente è che non le Camicie Nere proteggono Mussolini, ma Mussolini le Camicie Nere. Mussolini non è popolare come i nostri demagoghi. Non lo è perché la gente ne ha troppa paura. Ma lo ritengono indispensabile, e questo deve significare che lo trovano utile. Sono così stanchi della indisciplina, della confusione e della paralisi parlamentare che sentono e pensano che Mussolini sia il tiranno che ci vuole. Questo è almeno ciò che colpì le mie superficiali osservazioni di turista. Gli italiani potranno stancarsi di lui e ritornare al parlamentarismo, o Mussolini nel naturale corso degli eventi morirà, come Cromwell morì, lasciando che essi ricadano come noi ricademmo dopo Cromwell. Ma frattanto, ricordiamoci che non giovò essere sgarbati con Cromwell, finché egli durò; e siccome evidentemente anche noi abbiamo paura del signor Mussolini, faremmo meglio a trattarlo con riguardo e rispetto, tanto per buona politica quanto per buona educazione. Alcune delle cose che Mussolini ha fatto ed altre che minaccia di fare vanno nella direzione del socialismo più avanti di quanto il Labour Party inglese oserebbe fare se andasse al potere. Quelle opere condurranno Mussolini prima o poi a un serio conflitto con il capitalismo, e non è certo affar mio né di un socialista indebolirlo in previsione di questo conflitto. Fin a quando egli potrà dire: J' y suis et j' y reste, e il popolo italiano dirà: Così sia, viva il Duce!, noi dobbiamo accettare la situazione; e faremo bene ad accettarla di buona grazia. Nel mio articolo del 24 gennaio sul Daily News domandavo buon senso e buone maniere nel trattare un uomo di stato straniero, che aveva instaurato una dittatura in un grande stato moderno senza essere assistito da un solo privilegio sociale, ufficiale o accademico, dopo avere marciato su Roma con un seguito di Camicie Nere che un solo reggimento ben disciplinato agli ordini di un governo competente avrebbe potuto sgominare da un momento all' altro. Mussolini, senza il prestigio di Napoleone, fece per l' Italia quello che Napoleone aveva fatto per la Francia. Dobbiamo fargli credito per l' opera che ha compiuta, ammettere che era necessaria e riconoscere che i nostri sedicenti socialisti, sindacalisti, comunisti, anarchici, ecc., si mostrarono incapaci non solo di compiere un' opera di quel genere, ma finanche di capirla.

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