lunedì 9 novembre 2009

La caduta di Forlì



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Carri alleati ripresi in Piazza Saffi. Cittadini incollano sui blindati
manifesti inneggianti agli eserciti alleati, predisposti da tempo, stampati e
nascosti nelle tipografie Raffaelli e Bulgarelli.
Sottoposti ad un intenso bombardamento, nella notte del
9 novembre 1944, i tedeschi abbandonarono il capoluogo.
Il Comitato di Liberazione Nazionale e i partigiani della 29 gap
"Gastone Sozzi" assunsero il controllo della città. Poche ore dopo
giungevano le prime truppe alleate. Le forze partigiane
avevano iniziato i preparativi per l'occupazione di Forlì nel settembre
del 1944, quando era in sviluppo l'attacco dell'esercito alleato contro
le postazioni della Linea Gotica, e si sperava in una rapida avanzata verso
la Pianura Padana. Lo sfondamento della Linea Gotica, per la resistenza
tedesca, le asperità naturali del terreno e le cattive condizioni atmosferiche,
risultò molto più difficile del previsto. L'avanzata delle truppe alleate
fu lenta. Il 20 settembre fu presa Rimini e solo il 20 ottobre Cesena.
I piani predisposti dai partigiani furono rinviati. In seguito non vennero
attuati per l'opposizione Alleata. I rapporti fra partigiani e gli Alleati furono
difficili. Questi, infatti, non volevano formazioni militari partigiane
operanti autonomamente.
Quando, il 1° novembre 1944, il Comando dell'8° brigata Garibaldi
ordinò ai partigiani di marciare su Forlì, il Comando Alleato non fece
pervenire il munizionamento promesso e i partigiani, giunti nei pressi
dell'aeroporto, dovettero rientrare a Meldola da dove erano partiti.

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Forlì. San Martino in Strada. Si vedono le macerie della frazione
dopo il bombardamento alleato del novembre 1944. Secondo
l'ufficio tecnico comunale per bombe, spezzoni, granate, mine,
furono distrutte 2000 case di abitazione, 4000 furono danneggiate,
500 rese inabitabili, complessivamente, nel territorio del comune di
Forlì, il 60% delle abitazioni risultò inagibile per complessivi 40.000 vani.
131 i ponti distrutti. Inoltre, numerosi campi agricoli risultavano
non coltivati perché minati.





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