
La massiccia conversione d'imperio viene accolta senza particolari proteste da parte dell'opinione pubblica che accetta senza colpo ferire il provvedimento, che è interpretato e vissuto come un sacrificio chiesto al risparmio privato per concorrere al salvataggio della lira e quindi delle pubbliche finanze, nella previsione che i costi immediati dell'operazione saranno poi compensati dai vantaggi che essa assicurerà in futuro.
Una volta assorbito lo shock dell'annuncio, il mercato proseguirà sul sentiero già tracciato dell'apprezzamento del cambio e con un massiccio reingresso di capitali: il consolidamento forzoso è dunque l'ultimo e decisivo tassello che consente al regime di vincere la "battaglia della lira".
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